In risposta all’articolo apparso sul quotidiano “la Stampa” in data odierna (17 luglio 2020), intitolato “Lo Stato conto i concessionari. 16 su 25 non seguono le regole”, l’AISCAT intende mettere in evidenza le numerose inesattezze contenute nell’articolo stesso che restituisce una rappresentazione della realtà non rispondente all’effettivo stato dei fatti.
Se da un lato corrisponde al vero che per le società concessionarie nei cui confronti è intervenuta la scadenza del piano regolatorio l’art. 13 comma 3 del DL 162/2019 (Milleproroghe) ha disposto la presentazione entro il 31 marzo di nuovi PEF redatti secondo le regole stabilite dall’ART con apposite delibere, d’altro canto si omette però di dire come tale termine sia stato prorogato per ben due volte (prima con l’art. 103 del DL n. 18/2020 e poi con l’art. 37 del DL 3/2020) a seguito dell’emergenza COVID-19.
Le suddette norme hanno infatti stabilito la sospensione di tutti i procedimenti amministrativi, tra i quali rientra anche la presentazione e approvazione dei nuovi PEF, per un periodo di 82 giorni; la circostanza in questione è stata fatta formalmente presente dallo stesso MIT, il quale ha inviato all’AISCAT due comunicazioni riconoscendo l’applicabilità della sospensione dei termini ai procedimenti in questione ed indicando la nuova scadenza. Va da sé che, essendo slittato il termine riferito alle concessionarie, anche quello di competenza del MIT (al quale spettava l’approvazione entro il 31 luglio) deve conseguentemente considerarsi spostato in avanti.
Appare quindi evidente come nessun inadempimento possa ascriversi a carico delle società concessionarie, stante il descritto rinvio (disposto per legge e ribadito dal MIT) della scadenza del 31 marzo.
Oltre a ciò, è doveroso poi fare un’ulteriore precisazione per quanto riguarda i casi di Autostrade per l’Italia, Milano Serravalle e Strada dei Parchi: contrariamente a quanto riportato nell’articolo de La Stampa, queste società hanno infatti già provveduto a presentare al MIT delle proposte di nuovi PEF. Il caso di Strada dei Parchi va addirittura ben oltre i fatti in questione, essendo stato negli anni passati predisposto dalla società un PEF rinnovato (necessario per effettuare gli interventi di messa in sicurezza delle gallerie presenti sulla tratta) che tuttavia non ha mai ricevuto riscontro da parte del MIT: in merito, giova ricordare che il Consiglio di Stato ha recentemente appurato una responsabilità del Ministero per omissione su tale vicenda, statuendo la nomina di un apposito commissario ad acta per addivenire ad una celere risoluzione.