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AISCAT: SU ASPI SOLUZIONI PASTICCIATE, FORTE PREOCCUPAZIONE PER IL SETTORE

I concessionari italiani sono spesso coinvolti, come succede anche in questi giorni, in gare nazionali ed internazionali alle quali partecipano con pari dignità rispetto agli altri operatori, sia singolarmente che in consorzio con grandi investitori.
In Italia, invece, sottolinea Aiscat, si assiste, con stupore e preoccupazione, a quanto accade sul “caso” ASPI, la società italiana che gestisce metà della rete autostradale nazionale. Le soluzioni prospettate dai media stamane rispetto al possibile nuovo assetto della concessionaria non sembrano proprio conciliarsi con l’interesse pubblico, tanto giustamente caro al nostro Esecutivo.
Il rispetto per CDP, tirata per i capelli dal Governo, non è in discussione come non è in discussione il ruolo positivo dei grandi fondi internazionali.
Non si può tuttavia accettare che una gara in corso non segua processi di mercato e nel mercato, ma venga “orientata” dalla indicazione del Governo di scegliere uno specifico compratore ed i suoi partner, limitando così, di fatto, la partecipazione ad altri competitor per la valorizzazione di uno degli asset più importanti e remunerativi del nostro Paese.
AISCAT riconosce il ruolo dei fondi e, per questo, si batte da sempre per la tutela del legittimo affidamento e per la certezza del diritto, ma ciò deve valere per tutti. Risulta infatti incomprensibile perché, nel pensare al futuro della rete autostradale italiana, il Governo non abbia preso in considerazione tante capacità industriali e di gestione delle autostrade nazionali rappresentate da imprenditori e da altri investitori sia italiani che internazionali. AISCAT ha il forte timore che la direzione intrapresa, confliggendo col mercato e con la normativa europea, possa creare una situazione confusa e ingovernabile, procrastinando soltanto il rilancio degli investimenti e la prosecuzione delle attività di manutenzione.
Infine, l’ostinazione con cui il MIT persevera nel non firmare l’atto transattivo e il PEF di ASPI rende fortemente difficoltoso l’avanzamento di qualunque trattativa. Come da normativa, i PEF devono essere approvati una volta raggiunto l’accordo tra concedente e concessionario su tariffe, investimenti, manutenzioni. È assolutamente sbagliato invece fare del PEF uno strumento di pressione per indirizzare trattative tra soggetti privati.
Auspichiamo davvero che il nostro settore, così strategico e fondamentale dal punto di vista occupazionale e degli investimenti, venga gestito con maggiore competenza e attenzione di quanto fatto finora, poiché abbiamo assistito solo a cortocircuiti e soluzioni pasticciate.