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Migliorare l’accesso reciproco agli appalti internazionali

La Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo politico per dare all’UE una maggiore influenza nell’accesso ai mercati degli appalti pubblici al di fuori dell’Unione, aumentando così le opportunità di lavoro per le imprese della UE. L’accordo sullo strumento per gli appalti internazionali fa seguito al trilogo definitivo tenutosi a Bruxelles lunedì 14 marzo. Lo strumento per gli appalti internazionali è stato proposto per la prima volta dalla Commissione europea nel 2012 ed è stato poi modificato nel 2016, finché nel giugno 2021 il Consiglio ha adottato la sua posizione sulla proposta relativa allo strumento per gli appalti internazionali, posizione che ha aperto la via all’accordo politico summenzionato con il Parlamento europeo.

La chiusura dei mercati degli appalti pregiudica la concorrenza e la trasparenza e porta ad un aumento dei costi dei beni e servizi pubblici per i contribuenti, nonché può portare il rischio di corruzione. Il mercato degli appalti pubblici dell’Unione europea è uno dei più grandi e più accessibili al mondo. Tuttavia, molti dei principali partners commerciali della UE applicano nei loro mercati pratiche restrittive discriminatorie nei confronti delle imprese comunitarie.
Tali restrizioni riguardano settori competitivi dell’Unione europea quali la costruzione, i trasporti pubblici, i dispositivi medici, la produzione di energia e i prodotti farmaceutici. Il nuovo strumento per gli appalti internazionali contribuirà ad affrontare questo problema dando alle Istituzioni della UE la facoltà di avviare ispezioni nei casi di presunte restrizioni imposte alle imprese comunitarie sui mercati degli appalti pubblici di paesi terzi, di avviare consultazioni con i paesi interessati per l’apertura dei loro mercati degli appalti e, in ultima istanza, di limitare l’accesso al mercato degli appalti della UE per le società estere di paesi che continuano ad applicare restrizioni alle imprese comunitarie.
Lo strumento per gli appalti internazionali consentirà dunque alla Commissione di applicare restrizioni ai mercati degli appalti pubblici dell’UE adottando misure di adeguamento del modo in cui vengono valutate le offerte dei paesi interessati oppure escludendo determinate offerte provenienti da tali paesi. In pratica con le misure di adeguamento il prezzo delle offerte dei paesi interessati verrebbe considerato, in confronto alle altre offerte, più elevato rispetto al prezzo effettivamente proposto. Ciò darebbe agli offerenti della UE e dei paesi non destinatari delle misure un vantaggio competitivo sui mercati degli appalti pubblici comunitari.
Si tratterebbe di una misura di ultima istanza. Prima di adottarla, la Commissione avvierà indagini nei casi di presunte restrizioni imposte alle imprese dell’UE sui mercati degli appalti pubblici di paesi terzi. Parallelamente alle indagini sulle restrizioni nei confronti di beni, servizi e/o fornitori della UE, la Commissione organizzerà con il paese interessato consultazioni per l’apertura del suo mercato degli appalti. Tali consultazioni potrebbero svolgersi anche sotto forma di negoziati per un accordo internazionale. In ogni caso, per evitare l’applicazione di tali misure, i paesi terzi devono solo porre fine alle loro pratiche restrittive.
Lo strumento per gli appalti internazionali non pregiudica gli attuali impegni dell’Unione europea, anche nel quadro dell’accordo dell’OMC sugli appalti pubblici (AAP) e degli accordi commerciali bilaterali.