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Regolamento AFIR: i negoziati interistituzionali procedono lentamente

Sul futuro Regolamento inerente l’installazione e la diffusione di infrastrutture per l’erogazione di combustibili alternativi, i negoziati tra le Istituzioni comunitarie procedono a rilento.
Come si ricorderà, il Regolamento AFIR (Alternative Fuels Infrastructure Regulation), non riguarda solo il settore stradale, stabilendo infatti obiettivi vincolanti per gli Stati Membri sulla realizzazione delle infrastrutture di ricarica elettrica e di carburanti alternativi per gran parte dei modi di trasporto: stradale per veicoli leggeri e pesanti, navigazione interna, ricarica a terra degli aeromobili. Nella primavera dello scorso anno, il Relatore della proposta di Regolamento Ismail Ertug (tedesco dei socialisti europei) ricevette oltre mille emendamenti dalla commissione TRAN (Trasporti e Turismo), oltre ai pareri delle commissioni europarlamentari ENVI (Ambiente), ITRE (Commercio e industria) e REGI (Affari Regionali) e iniziò a lavorare su proposte di emendamenti di compromesso, poi votate in TRAN e successivamente in plenaria a ottobre del 2022. Il voto, tuttavia, non risolse i nodi e le criticità già evidenziate nella fase di presentazione degli emendamenti, motivo per cui furono aperti i triloghi interistituzionali che sono ancora in corso da oltre tre mesi. Ertug propose anche un emendamento di compromesso volto a far sì che gli Stati membri fossero obbligati a pagare una multa di 1.000 euro per ogni stazione di ricarica pubblica non installata in conformità agli obblighi del Regolamento e in caso di deferimento alla Corte di giustizia della UE, ma questo compromesso venne respinto.
Sostanzialmente i triloghi stanno attualmente analizzando alcuni dei compromessi votati in plenaria e gli Stati membri – dunque il Consiglio UE – non trovano un accordo su talune stringenti prescrizioni, quali ad esempio le seguenti:

  • entro il 2026 dovrebbe esserci almeno una stazione di ricarica elettrica per i veicoli ogni 60 km lungo le principali strade dell’Unione europea;
  • entro il 2028 dovrebbero essere installate stazioni di rifornimento di idrogeno lungo le principali strade della UE ogni 100 km;
  • rendicontazione sui quadri politici nazionali in merito allo sviluppo di infrastrutture per carburanti alternativi: Parlamento europeo e Commissione vedono una rendicontazione obbligatoria, il Consiglio UE la vuole volontaria.

Al momento, dunque, la situazione è quella descritta e l’orizzonte temporale per la conclusione dei triloghi è stato per ora stabilito al 27 marzo prossimo, ma non è detto che sia la fase finale della procedura date le notevoli divergenze ancora esistenti.
Peraltro, in seno al Parlamento europeo vi è stata recentemente una sostituzione del Relatore: il Relatore in carica Ertug è stato infatti sostituito, sempre il seno al gruppo dei socialisti europeo, dalla Relatrice spagnola Isabel Garcia Munoz. Quest’ultima ha riferito, in una recente riunione della commissione TRAN come abbiano già avuto luogo tre riunioni – sia tecniche sia politiche – dei triloghi interistituzionali, di cui l’ultima il 28 febbraio scorso.
Il prossimo trilogo si terrà come detto il 27 marzo prossimo: gli eurodeputati della commissione TRAN ritengono tuttavia molto difficile ottenere dal Consiglio UE un accordo di compromesso in merito a tutti gli argomenti entro la fine dell’attuale mandato della Presidenza svedese della UE.