L’EVOLUZIONE DEL PEDAGGIO E DEI MECCANISMI DI ESAZIONE
Nel campo del pedaggio applicato al finanziamento delle infrastrutture stradali l’Italia è sempre stata all’avanguardia, a livello sia europeo che mondiale, in termini di principi portanti, in termini di tecnologie e in termini di estensione dell’applicazione del pedaggio; infatti per decenni la rete a pedaggio italiana è stata la più estesa d’Europa.
In particolare, il ricorso al pedaggio chilometrico, quindi commisurato all’uso che realmente viene fatto dell’infrastruttura, è sempre stato alla base delle concessioni autostradali italiane; allo stesso modo, il riferimento nella fissazione delle tariffe alla classe del veicolo è anche stato studiato fin dagli anni ’70 e ’80, ed applicato nel nostro Paese in maniera moderna, pensando già alle allora emergenti tecnologie di esazione.
Altre nazioni europee hanno successivamente percorso questa strada, con scelte talvolta simili e talvolta diverse da quelle da noi operate; in alcuni casi, come ad esempio in Francia, in Spagna, in Portogallo, si sono operate scelte molto simili a quelle italiane, altre nazioni hanno scelto di ricorrere al pedaggio solo per i mezzi pesanti e senza l’uso del meccanismo della concessione ma applicando una vera e propria tassa, mentre altri ancora hanno scelto regimi differenziati tra mezzi pesanti e leggeri, assoggettando gli ultimi non ad un pedaggio chilometrico ma ad un “diritto d’uso”, commisurato al tempo di permanenza sull’infrastruttura; quest’ultima soluzione è anche nota come vignette, dal nome descrittivo della soluzione pratica (adesivi applicati sul parabrezza). Merita sottolineare che l’applicazione del “diritto d’uso” invece del pedaggio è pratica avversata dalle Autorità europee, perché nonostante la disponibilità anche di abbonamenti per periodi molto brevi, appare evidente che i residenti godano di un trattamento di favore rispetto a coloro che invece utilizzano solo sporadicamente l’infrastruttura.
In questo complesso scenario, con specifico riferimento al trasporto merci da parte di mezzi pesanti, l’Unione europea ha dovuto introdurre delle norme comuni, per garantire il rispetto dei principi del mercato interno e del libero scambio dei beni; insieme ad altre norme, infatti, quelle nazionali sui pedaggi venivano utilizzate in maniera anche distorta per imporre politiche favorevoli ai vettori nazionali o comunque distorsive della concorrenza a livello continentale.
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