Esaminando i dati di preconsuntivo registrati nel trascorso gennaio assistiamo, così come avvenuto nei mesi precedenti, ad un proseguimento dei flussi di traffico in diminuzione causati dalla seconda ondata pandemica, la quale ha comportato – e sta continuando a comportare – blocchi nella circolazione interregionale di persone e mezzi su tutto il territorio nazionale, con ovvie ripercussioni anche sui valori del traffico autostradale. Nello specifico, il settore che maggiormente ha risentito delle conseguenze delle suddette misure emergenziali è stato quello dei veicoli leggeri (-47%), laddove il comparto veicolare pesante è riuscito invece ad arginare parzialmente (-10%) la diminuzione dei flussi data la continuità garantita per il trasporto merci anche durante l’attuale periodo.
Nel complesso, facendo un paragone con il periodo analogo dell’anno passato, si è verificata una diminuzione del traffico totale pari al 38,2%, con circa tre miliardi e ottocento milioni di veicoli/km percorsi sulla rete autostradale a pedaggio contro i quasi sei miliardi e duecento milioni del 2020.
Passando ora all’esame degli elementi attinenti la sicurezza stradale, i dati risultano diretta conseguenza di quanto già illustrato per il traffico, con evidenti diminuzioni negli incidenti occorsi e nei danni riportati dagli automobilisti dovute anche alla riduzione di traffico registrata: sia il tasso di incidentalità mensile che quello riferito alle persone rimaste ferite negli eventi sono infatti scesi in maniera
rilevante, rispettivamente del -13,2% e -29,7%. Quanto al rialzo in percentuale subito dal tasso di mortalità, esso è in realtà frutto della notevole differenza tra i flussi veicolari nel calcolo degli indici dei due archi temporali messi a confronto, tant’è che guardando ai numeri assoluti si nota invece un decremento (sia pure solo di una unità) nel periodo qui in esame.
Infine, si segnala che con l’inizio dell’anno è stata implementata – nelle tabelle relative al traffico – una nuova colonna riportante i dati registrati nell’analogo periodo dell’annualità 2019, al fine di poter effettuare a partire dal prossime mese di marzo anche un ulteriore confronto con valori ottenuti in uno scenario “normale” e non soggetto ai limiti dettati dall’emergenza pandemica.
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