La Commissione europea dovrebbe presentare a breve una proposta di revisione della Direttiva cosiddetta “CBE – cross-border enforcement”, ossia la Direttiva (UE) 2015/413 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 marzo 2015 intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale (GU UE L 68 del 13.03.2015). La Direttiva in vigore si applica alle seguenti infrazioni in materia di sicurezza stradale: eccesso di velocità, mancato uso della cintura di sicurezza, mancato arresto a semaforo rosso, guida in stato di ebbrezza, guida sotto l’effetto di droghe, mancato uso del casco protettivo, uso di una corsia vietata e utilizzo illegale di un dispositivo di comunicazione mobile.
Come già avvenuto per altri dossiers legislativi, prima di procedere con le attività di revisione di un atto, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica, alla quale l’ASECAP ha voluto contribuire, attraverso il lavoro del suo Comitato Permanente COPER I (pedaggio e concessioni). Oltre a rispondere alla consultazione, l’ASECAP ha anche elaborato una posizione, inviata alle Istituzioni europee, in merito alla revisione della Direttiva. Nello specifico, per quanto attiene alla posizione dell’ASECAP sulla revisione della Direttiva CBE, si fa presente come l’Associazione europea ritenga che le problematiche che la revisione della Direttiva si propone di affrontare, hanno una base comune sia per l’applicazione transfrontaliera delle norme sulla circolazione stradale della Direttiva 2015/413 (recante norme intese ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sulle infrazioni in materia di sicurezza stradale) sia per l’esecuzione alle frontiere dell’obbligo di pagamento dei pedaggi stradali della Direttiva 2019/520 (recante norme sull’interoperabilità dei sistemi di telepedaggio stradale e intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sul mancato pagamento dei pedaggi stradali nell’Unione). Tenendo presente anche il principio trasversale di uguaglianza e la necessità intrinseca di eliminare le distorsioni e le differenze di trattamento tra gli Stati membri ei suoi cittadini, l’Associazione ha riferito come potrebbe esser utile a tali obiettivi disporre di una procedura uniforme sul tema dell’applicazione transfrontaliera di dette norme.